giovedì 7 giugno 2012

Goodbye Winter


Per più di un mese la mia vita è stata quasi unicamente "Spring Awakening", il musical di fine anno dell'accademia che frequento.
Rock, divertente, commovente, intelligente, figo.

Per tutto questo tempo sono dovuto immedesimarmi in 9 diversi personaggi, uno peggio dell'altro. Le persone più disgustose che possono esistere al mondo, o persone a cui accadono i fatti più strazianti che possano capitare. O le due cose assieme. Diversi giorni sono uscito dalle prove con gli occhi ancora gonfi dal pianto, e per masochismo-stakanovismo, mi immergevo anche in solitaria nei miei personaggi per approfondirli ulteriormente, e come mai prima d'ora ho goduto l'esperienza di farmi manovrare da un personaggio.

È stato un periodo strano, un periodo in cui per staccare da tutta questa angoscia ho avuto bisogno di trovare arcobaleni e unicorni che equilibrassero lo sguardo sul mondo. Ho dovuto sopravvivere ad alcune assenze. Ho trovato un po' di sollievo tra sfere trasparenti al luna park ed abbuffate a suon di mezzi chili di pastasciutta. In un momento d'emergenza delle prove, sono arrivato a pettinarmi con un'arricciaspiccia (grazie Scuttle). Come al solito ho cercato di regalare sorrisi agli altri, in giornate in cui avrei preferito sdraiarmi su un divano a fissare il soffitto e restarci. Ho scoperto ancora una volta, sempre con estremo disappunto, di non essere un supereroe e di non riuscire a salvare tutte le persone che vorrei salvare. Sono stato vicino a chi potevo, ma forse non era abbastanza.
E come al solito, ho trovato rifugio tornando a immergermi nello spettacolo, perchè il teatro riesce sempre a salvarmi. Nonostante i terremoti, le scosse continue anche durante le prove (che non riescono a fermarci, in nessun modo, indipendentemente dalla magnitudo) the show must go on, e quando lo vedo prendere forma, tutto scompare. O quasi.
Perchè cominciare a provare coi costumi, vedere le scene che iniziano ad avere un senso e ad emozionare, veder comparire la band dal vivo ed immergersi nella suggestiva cornice in cui ci esibiremo, mi fa tornare nel mio mondo di sogno.

E poi, la vigilia del musical.
Andando in scena in un teatro open air non si possono fare i puntamenti luci di giorno, per colpa del malvagio Sole, così le giornate tecniche in loco sono state dedicate ad altro, potendo concentrarsi sulle luci solo al calare delle tenebre. Il che si è tradotto in una nottata trascorsa, assieme a pochi altri resistenti sopravvissuti, a delirare mentre il comparto visivo dello spettacolo prendeva forma: risate, attori che si triplicano i ruoli nella stessa scena, urli di stanchezza, piadine portate sul palcoscenico per salvare i valorosi, le battute più assurde di sempre (lo sapevo già che la privazione del sonno aveva questi effetti su di me), e un rush finale per cercare di finire prima dell'alba.
Potevo andarmene a casa ore prima, ma è più forte di me: devo vivere tutte queste esperienze per sentire ogni singolo aspetto dello spettacolo entrarmi nelle vene. Così adesso, anche se sono andato a dormire alle 5.30, sono pronto a "Spring Awakening".
Probabilmente lo spettacolo più bello a cui abbia partecipato finora, e probabilmente quello che mi ha dato di più nel mio percorso attoriale. Comunque tutto quanto è avvenuto finora è solo la prima metà dell'avventura, da stasera cominciano le repliche.

Io fossi in voi non me lo perderei, e chi mi conosce sa benissimo che non promuovo ai quattro venti i miei spettacoli che non sono qualcosa di davvero eccezionale. Se -ahimè- non ci sarete, vi racconterò com'è andata.

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