lunedì 16 gennaio 2012

Qui e ora.


Qualunque persona abbia un minimo di familiarità col mondo del teatro avrà dovuto fare i conti con le suddette parole.
Quando sei in scena, devi vivere il momento, ricreare l'emozione in cui devi essere immerso e lasciare tutto il resto fuori.
Quaranta secondi dopo dovrai catapultarti dietro le quinte, toglierti gli ingombranti vestiti che hai addosso per indossare un altro complesso costume e fiondarti in scena dopo pochissimo tempo? Quisquiglie.
Questioni personali di vita o di morte non possono essere ricordate una volta saliti sulle assi del palcoscenico.

Questa volta però ho esagerato e sono arrivato addirittura a basare su questo principio anche la mia vita "vera". Quella fuori dal teatro, che per me in realtà non ha così tante emozioni come la vita teatrale, anzi.
Quotidianamente, da un po' di tempo a questa parte, mi sono reso conto che mi concentro solo sul momento, vivo alla giornata, filosofia che mi ha sempre affascinato ma che non ho mai sposato veramente, se non appena in superficie. Quando compievo scelte mi piaceva programmare tutto, pensare a possibili sviluppi o benefii futuri, oppure venivo influenzato da nostalgie o ferite vissute in precedenza.
Qualche mese fa non l'avrei nemmeno immaginato, ma per me ora non esiste un ieri o un domani, ma solo un oggi che spero riesca a regalarmi più vita possibile, serena o dolorosa che sia.

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